Sullo Yoga

Ho avuto la fortuna o la sfortuna di iniziare lo yoga alla tenera età di 5 anni e furono da subito per me la mia salvezza e la mia fatica. La salvezza fu generata dal nutrimento che la mia mente curiosa aveva finalmente trovato in uno stimolo adeguato per ricercare la libertà senza intaccare la morale che diviene un obbiettivo di tutto rispetto in tempi di decadimento. Lo studio dei classici orientali fu determinante per dividere il ciarpame dai veri maestri, senza una ricerca delle radici ciò non sarebbe stato possibile. Maestri furono il Buddha Gautama, Patanjali, Bhagavad Gita (Krisnha), e per lo yoga tibetano i suoi maestri: Tilopa, Naropa e Milarepa unitamente all’HatHa-yoga del maestro indiano B.K.S. Iyengar, ancora vivente, passando anche per il buddismo Chan cinese.

Con il trascorrere del tempo il sogno filosofico ha assunto una forma ideale e fisica in un non-luogo come il mio dojo asrham che considero la mia casa e la mia famiglia. In forma reale vivo dunque insieme alla mia famiglia in una casa-palestra circondata nel verde aperta ai pochi che sanno intenderne l’Essenza, in modo che la gente veda ciò che sono e non ciò che dico, evitando cosi parole senza sostanza.
La fatica fu cercare la verità senza rimanere seppelliti dal grigiore del materialismo o della verità dogmatiche senza intaccare la libertà mia e quella altrui. Così, dopo più di quaranta anni di studio, ho deciso di scrivere le memorie di un maestro di arti marziali e yoga.

Da me scritte poichè con il trascorrere del tempo ho capito che non c'è differenza tra lo yoga e le arti marziali, ma soprattutto non vi è nessuna differenza tra la vita quotidiana, vista ed interpretata attraverso la scienza, la filosofia e la religione, i tre discriminanti che dividono l'umanità nel corpo (materia), mente e spirito.
Diventato cosi un maestro di Karate-Do, stile Wado-Ryu, ho fondato uno stile di yoga basato sulle antiche tradizioni indiane e tibetane, decidendo di tradurre i testi antichi, come il Poema della Bhagavad gita, senza aggiungere niente di mio. Perchè ho fatto questo, semplicemente per dare un ordine alla mia ricerca, rendendo leggibile il mondo dello yoga e delle arti marziali a tutti coloro che vogliano sapere.

Fin dalla tenera età tutti noi ci poniamo domande e cosi come i bambini crescono, anche le loro domande spesso ricevono risposte, spiegazioni, razionalizzazioni, e la loro naturale curiosità comincia a svanire. Tuttavia, alcune persone sensibili, prima o poi, si ritrovano a porsi le stesse domande: "Dove mi trovo Qual è il significato della vita? Cosa succede quando muoio? Perché c'è tanto odio e violenza? Chi sono io?". Questa mente dubitante è presente nelle menti di tutte le persone spiritualmente sensibili, e certamente lo è nella vita dei grandi maestri di tutte le tradizioni e religioni. Ma come dolorosamente vediamo nella nostra vita e nella vita delle persone che amiamo, le persone spesso, ignorano, reprimono e sopprimono queste domande nascondendole sotto ogni sorta di divertimento o di piacere, regalandosi al più una risposta basata sulla paura o sull'ignoranza. Ma per alcune persone queste domande e il bisogno profondo di conoscenza continuano ad emergere prepotentemente. Per queste persone, non c'è scampo o riposo il grande dilemma va risolto.

La mia Filosofia

Come il fabbro raddrizza una freccia, così il saggio governa i suoi pensieri, per loro natura instabili, irrequieti e difficili da controllare.
I pensieri fremono e si dibattono per sfuggire alla morte come pesci tolti alla loro dimora liquida e gettati sulla terraferma. La padronanza della propria mente, ribelle, capricciosa e vagabonda, è la via verso la felicità.

Il saggio osserva continuamentei propri pensieri, che sono sottili, elusivi ed erranti. Questa è la via verso la felicità.
Pensieri, incorporei ed erranti, vagano lontano. Raccoglili nella caverna del cuore e liberati dalla schiavitù del desiderio e della morte..........Dhammapada III, 33,34,35,36,37

I koan....

Un koan è, letteralmente, la trascrizione di un "evento pubblico" è successo in passato; o, come un maestro Zen ha detto, "il luogo dove sta la verità." In generale, i koan sono tratti da dialoghi autentici tra maestri e studenti zen, o tra praticanti avanzati, o dai sutra o detti antichi. La maggior parte del tempo, koan sono paradossali in natura e non possono essere inclusi dall'intelletto. Così, un koan può essere compreso solo attraverso l'esperienza diretta della mente autentica, da cui è nato.

I detti e dialoghi che si trasformò in koan sono raccolti in vari testi, come ad esempio il Mumonkan e la Collezione di roccia blu. Erano, e sono tuttora, utilizzati come guide per l'educazione zen.