Nello Brocani

    Sono nato nel dicembre del 1964 e nel 1970 a 5 anni sono entrato in una palestra di judo, e da quella data non ho mai smesso di praticare arti marziali e yoga. Di seguito un breve curriculum:

  • - A partire dal 1970 inizia l'attivita'di Judo - Karate e Yoga nella Palesfra "FIAMMA YAMATO" di Roma, Dove nel 1976 diviene cintura Marrone di Judo e Kung fu stile (wing tsun).

  • - Nel 1976 prosegue la sua formazione presso la palestra Personale del Maestro Iwao Yoshioka e dei suoi alievi D. Bencivenga e G. Simeoni presso la Palestra Morano sita in via Sannio, dove nel 1984 consegue la cintura nera di Palestra nel Karate Wado-Ryu.

  • -Nel 1986 ottiene la Cintura nera l DAN ai Campionati Italiani con la Palestra Herakles del M. Teutonico nel medesimo stile e contemporaneamente la cintura nera di TAEKWON-DO dal Maestro Park Jung Cil dedicandosi per circa un triennio al full contact con i Maestri Daniele Mallori e Giorgio Perreca.

  • - Tra il 1987 ed il 1990 frequenta la Comunita' Cinese di Ostia-Esquilino perfezionando lo studio delle arti marziali cinesi conseguendo la cintura nera dello stile Shaolin con il Maestro VI DAN Tang Xu Lee e contemporaneamente segue corsi di Boxe in una palestra di pietralata.

  • - Nel triennio 1988-'89-'90, ho tenuto le mie prime lezioni di Karate Wado ryu presso la palestra MAYA (Roma Talenti) costituendo nel 1989 l'Associazione Sportiva Essenza.

  • - Durante gli anni '90 frequenta vari stage con i Maestri Tatsuo Suzuki ,Otsuka II (Jiro) ed altri partecipando a stage di altre discipline come AIKIDO,KENDO e THAI-CHI, continuando ad insegnare in varie Palestre di Roma e provincia tra cui Associazione Culturale La Sibilla di Ostia, La Libertas di Carchitti, la Charly max, libertas di Roma, Cs Intifada.

  • - Nel biennio dal 1992 aI 1994 la federazione FITAK gli riconosce il grado di Maestro nello stile wado ryu e lo insigne del V Dan in questo stile.

  • - Nell'anno 1995 ho iniziato la costruzione del mio dojo che terminerà nel 2001;

  • - Dal 2003 ad oggi ho elaborato un proggetto di insegnamento di ginnastica Orientale per bambini,nelle scuole pubbliche,basato sul Karate Wado-Ryu e yoga oltre che a sviluppare numerosi progetti a carattere sociale a Roma e provincia.

  • - Dal 2013, sono stato nominato responsabile nazionale per il settore Bu-jutsu, "Karate con le armi" dell'ente di promozione sportiva ASI

La mia Filosofia

Uso sempre dire ai miei studenti che il combattimento è l'espressione del corpo, della mente e della coscienza
Considero anche fondamentale lo studio della poesia e dei classici che permette al praticante di trovare l'espressione adatta alla propria natura. Questi sono tutti strumenti utili per un combattente, infatti, una lotta non è altro che una poesia fatta con il corpo che diventa la sua matita, la mente ne diviene la sua tecnica, e la coscienza viene miscelata per corroborare il coraggio senza la quale nessuna azione può essere efficace.

E' come una sorta di vademecum per la vita quotidiana che le arti marziali e la filosofia orientale, applicate al pensiero pratico, ci accompagnano e ci rendono possibile districare, anche con un certo successo, la giungla della vita moderna.
E' consuetudine per me cominciare da un primo approccio di apprendimento sul tatami nel dojo, per poi passare alla pratica applicata nella vita comune, che è il luogo reale dove le arti marziali hanno ragione di essere.

I miei strumenti

Tutto quanto puo divenire uno strumento in mano ad una mente preparata, viceversa nulla è uno strumento in mano ad una mente inconsapevole.

Al giorno d'oggi esistono diversi oggetti di varie forme ed utilizzo per offendere procurare lesioni o uccidere una persona, tuttavia al di la della sicurezza che ne deriva dal solo maneggiarli, molto spesso se ne ignora l'uso per cosi dire corretto. Un semplice manico di scopa è paragonabile ad un bastone, cosi come il frattazzo da muratore può divenire simile ad uno scudo cinese, ma cos'e' che fa la diffetenza tra questi ed il loro nome se non l'utilizzo che ne facciamo. Ecco che allora occorre essere padroni della nostra arma non solo fisicamente, ma mentalmente, guardando cioè oltre il suo nome e tenendo ben a mente lo scopo per il quale lo stiamo utilizzando.